Ricorderò sempre con un sorriso quel pomeriggio primaverile
in cui la mia più grande passione iniziò a manifestarsi. Frequentavo la terza
media e quella mattina la mia professoressa di scienze aveva annunciato che
nella lezione successiva si sarebbe iniziato a spiegare il capitolo riguardante
la geologia. Quel pomeriggio stranamente non c’era stato assegnato nessun
compito né lezione particolarmente impegnativa così, per curiosità, iniziai a
sfogliare qualche pagina nuova del libro di scienze. Ricordo perfettamente la prima
pagina che mi si aprì davanti agli occhi, riguardava il processo di
fossilizzazione. Lessi tutto, poi passai alle altre pagine senza quasi accorgermene.
Le ore scorrevano veloci e la notte iniziava a calare sulla mia città, ma io
rimanevo sempre inchiodata a quel libro, con gli occhi carichi di entusiasmo.
Ascoltai le lezioni della mia bravissima professoressa pendendo completamente
dalle sue labbra e non mi accontentai delle nozioni scolastiche, bensì mi
comperai moltissimi libri in merito all’argomento.
Nacque così la mia passione per la geologia, che non mi
abbandonò mai più.
Scusatemi cari lettori se per un po’ di tempo non ho potuto
aggiornare questo blog di nuovi post. Ho trascorso due settimane di vacanza a
Fuerteventura ed ecco perciò la motivazione della mia assenza.
L’isola canaria in questione è un luogo che mi è piaciuto
tantissimo: selvaggio, spartano, e sfiorato – oserei dire- dal passaggio umano.
Geograficamente il paesaggio che lo costituisce è un subdesertico sahariano e
detto questo l’isola si presenta in due aspetti differenti : da una parte
l’occhio può perdersi contemplando infinite dune di sabbia bianca intervallate
ogni tanto da bassi arbusi di “Tabaiba” ( pianta verdolina simile all’erica) ,
da un’ altra parte lo spettacolo è lasciato ad un paesaggio di rocce prevalentemente
ferrose, piroclastiche e basaltiche dovute dal collasso di antichi vulcani un
tempo attivi. Essendo un’ isola si trova poi ovviamente anche la parte marina,
bagnata dalle gelate ed alte onde oceaniche e costantemente rinfrescata da
forti correnti ventose. Se noi pensiamo che il mare sia il nostro Mediterraneo
ci sbagliamo di grosso, alla fine si tratta quasi di un lago, definito mare
giusto per quei 14 km
dello stretto di Gibilterra e per l’apertura con il canale artificiale di Suez.
Le vere masse marine ( mari aperti o mari chiusi con sbocchi discretamente
ampi) hanno una forza ben più potente rispetto a quella mediterranea. Una
potenza capace di trascinarti violentemente al largo per via della forte
risacca ma che ti affascina completamente per il suo aspetto maestoso e limpido
al tempo stesso.
La zona che più mi ha affascinato di Fuerteventura è
comprensibilmente quella che riguarda gli antichi vulcani. Ho avuto la
possibilità di fare oltretutto delle esperienze all’interno di grotte
particolari ed intorno ai vulcani e ciò mi ha lasciata ancora una volta con gli
occhi commossi, pieni di quel mio caro e vecchio entusiasmo che solo una
passione così forte è in grado di farmi provare.
Due sono state principalmente le più importanti esperienze :
quella all’interno di una grotta scavata dal passaggio della lava all’interno
di un canale e quella al “Timanfaya” , il parco nazionale dedicato ai vulcani
nell’isola di Lanzarote.
Ricorderò per sempre quando all’interno della grotta la
guida mi ha spento tutte le luci e mi ha fatta vagare per un quarto d’ora
abbondante al buio per farmi capire la reale situazione che i geologi e gli speleologi
provano quando scoprono qualcosa. Ricorderò anche del Geyser potentissimo che a
Lanzarote mi ha colto di sorpresa facendomi per pochi metri rischiare di cadere
giù da quel gradone carbonizzato. Ripenserò spesso anche a quando un signore ha
preso con una pala dei sassolini sottoterra e me li ha messi in mano per farmi
sentire la loro temperatura (60°C ).
Tutti appena li prendevano in mano li buttavano giù per non scottarsi, io me li
sono rotolati più volte tra le mani, ci ho soffiato su, mi sono anche fatta una
piccola vescica sulla mano, ma me li sono tenuti. Poi mi terrò bene in mente anche
i miei occhi che si sono immediatamente inumiditi alla vista di quel panorama
che parla della storia del nostro pianeta. A volte mi sento “cattiva” ad
incantarmi per fenomeni talmente distruttivi e rivoluzionari, ma non riesco a
contenermi, mi interessano moltissimo. Ho pensato addirittura che mi piacerebbe
essere una roccia posta alle pendici di un vulcano, per potermi godere senza
troppi rischi (se non quello di trasformarmi) un’ eruzione vulcanica.
Voi avete delle passioni così forti per qualcosa?
Se le avete mi farebbe molto piacere conoscerle, ogni
passione per materie culturali è solo da ammirare.