giovedì 26 luglio 2012

FUERTEVENTURA: l’isola canaria che ha saputo confermare la mia passione per la geologia.


Ricorderò sempre con un sorriso quel pomeriggio primaverile in cui la mia più grande passione iniziò a manifestarsi. Frequentavo la terza media e quella mattina la mia professoressa di scienze aveva annunciato che nella lezione successiva si sarebbe iniziato a spiegare il capitolo riguardante la geologia. Quel pomeriggio stranamente non c’era stato assegnato nessun compito né lezione particolarmente impegnativa così, per curiosità, iniziai a sfogliare qualche pagina nuova del libro di scienze. Ricordo perfettamente la prima pagina che mi si aprì davanti agli occhi, riguardava il processo di fossilizzazione. Lessi tutto, poi passai alle altre pagine senza quasi accorgermene. Le ore scorrevano veloci e la notte iniziava a calare sulla mia città, ma io rimanevo sempre inchiodata a quel libro, con gli occhi carichi di entusiasmo. Ascoltai le lezioni della mia bravissima professoressa pendendo completamente dalle sue labbra e non mi accontentai delle nozioni scolastiche, bensì mi comperai moltissimi libri in merito all’argomento.
Nacque così la mia passione per la geologia, che non mi abbandonò mai più.

Scusatemi cari lettori se per un po’ di tempo non ho potuto aggiornare questo blog di nuovi post. Ho trascorso due settimane di vacanza a Fuerteventura ed ecco perciò la motivazione della mia assenza.
L’isola canaria in questione è un luogo che mi è piaciuto tantissimo: selvaggio, spartano, e sfiorato – oserei dire- dal passaggio umano. Geograficamente il paesaggio che lo costituisce è un subdesertico sahariano e detto questo l’isola si presenta in due aspetti differenti : da una parte l’occhio può perdersi contemplando infinite dune di sabbia bianca intervallate ogni tanto da bassi arbusi di “Tabaiba” ( pianta verdolina simile all’erica) , da un’ altra parte lo spettacolo è lasciato ad un paesaggio di rocce prevalentemente ferrose, piroclastiche e basaltiche dovute dal collasso di antichi vulcani un tempo attivi. Essendo un’ isola si trova poi ovviamente anche la parte marina, bagnata dalle gelate ed alte onde oceaniche e costantemente rinfrescata da forti correnti ventose. Se noi pensiamo che il mare sia il nostro Mediterraneo ci sbagliamo di grosso, alla fine si tratta quasi di un lago, definito mare giusto per quei 14 km dello stretto di Gibilterra e per l’apertura con il canale artificiale di Suez. Le vere masse marine ( mari aperti o mari chiusi con sbocchi discretamente ampi) hanno una forza ben più potente rispetto a quella mediterranea. Una potenza capace di trascinarti violentemente al largo per via della forte risacca ma che ti affascina completamente per il suo aspetto maestoso e limpido al tempo stesso.

La zona che più mi ha affascinato di Fuerteventura è comprensibilmente quella che riguarda gli antichi vulcani. Ho avuto la possibilità di fare oltretutto delle esperienze all’interno di grotte particolari ed intorno ai vulcani e ciò mi ha lasciata ancora una volta con gli occhi commossi, pieni di quel mio caro e vecchio entusiasmo che solo una passione così forte è in grado di farmi provare.
Due sono state principalmente le più importanti esperienze : quella all’interno di una grotta scavata dal passaggio della lava all’interno di un canale e quella al “Timanfaya” , il parco nazionale dedicato ai vulcani nell’isola di Lanzarote.
Ricorderò per sempre quando all’interno della grotta la guida mi ha spento tutte le luci e mi ha fatta vagare per un quarto d’ora abbondante al buio per farmi capire la reale situazione che i geologi e gli speleologi provano quando scoprono qualcosa. Ricorderò anche del Geyser potentissimo che a Lanzarote mi ha colto di sorpresa facendomi per pochi metri rischiare di cadere giù da quel gradone carbonizzato. Ripenserò spesso anche a quando un signore ha preso con una pala dei sassolini sottoterra e me li ha messi in mano per farmi sentire la loro temperatura (60°C). Tutti appena li prendevano in mano li buttavano giù per non scottarsi, io me li sono rotolati più volte tra le mani, ci ho soffiato su, mi sono anche fatta una piccola vescica sulla mano, ma me li sono tenuti. Poi mi terrò bene in mente anche i miei occhi che si sono immediatamente inumiditi alla vista di quel panorama che parla della storia del nostro pianeta. A volte mi sento “cattiva” ad incantarmi per fenomeni talmente distruttivi e rivoluzionari, ma non riesco a contenermi, mi interessano moltissimo. Ho pensato addirittura che mi piacerebbe essere una roccia posta alle pendici di un vulcano, per potermi godere senza troppi rischi (se non quello di trasformarmi) un’ eruzione vulcanica.

Voi avete delle passioni così forti per qualcosa? 
Se le avete mi farebbe molto piacere conoscerle, ogni passione per materie culturali è solo da ammirare. 

2 commenti:

  1. Ciao Aires, per caso è il nome di quella piratessa diciamo delle Cronache del Mondo Emerso? Quanto amo quei libri *-* la Troisi mi ha conquistata! Cmq piacere, sono Suman :D iltuo blog mi piace tanto :D passa da me se vuoi :3

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    1. Ciao Suman, piacere di conoscerti! Grazie per essere diventata mia follower, sono contenta che il mio blog ti piaccia! :) Già, il mio pseudonimo l'ho preso proprio dalla piratessa del Mondo Emerso! Adoro anch'io quei libri *.*
      Darò volentieri un 'occhiata al tuo blog ;) tanti Salutoni !

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