Ieri sera, giorno del venerdì Santo, la mia combriccola di amici aveva organizzato di fare una delle nostre solite uscite. Dopo aver preso una pizza e dopo una piacevolissima camminata lungo la via del popolo, siamo arrivati camminando esattamente davanti al Duomo della mia città. Di colpo la mia mente pensò di chiedere :<<Dove si va adesso? Prendiamo la via sulla destra, sulla sinistra o qualche temerario varca la soglia del Duomo con me ?>>. Creai involontariamente un istantaneo imbarazzante silenzio. Tutti i miei amici, che tutte le domeniche vanno a messa ma ben se ne guardano dall’ammettere ciò in pubblico, si guardarono con facce sbigottite e dubitose poi uno, timido e mio carissimo amico rispose :<<io>>.
Solo noi due varcammo la porta del Duomo, gli altri preferirono fermarsi a chiacchierare con un altro gruppetto di ragazzette.
Sinceramente non avevo mai visto qui nella mia città la celebrazione per il Venerdì Santo (per almeno sei anni di fila ho assistito a quella famosa che si celebra a l’Aquila, molto caratteristica e curata ,invece nelle rimanenti il più delle volte mi trovavo in qualche capoluogo italiano), perciò ero molto curiosa di vedere questa locale.
Si stava celebrando una funzione pasquale. Io e il mio amico non siamo stati dentro molto, solo il tempo di un angelo custode e di un segno della croce, poi nuovamente fuori per ridere e scherzare.
Domani sarà Pasqua, dunque domani (o questa sera) quei giovani che per tutto l’anno se ne sono strafottuti della propria religione dovranno rinunciare per un’ ora a fare ciò che vorrebbero per dirigersi alla celebrazione cristiana.
Posso dirvi la verità? Non sopporto il diffuso ateismo che spopola tra i giovani.
Anche l’aspetto religioso diventa soggetto ad una tendenza giovanile. Ovviamente se dici che credi nel tuo dio secondo la società sei “noioso” , un tipo da prendere in giro, un vecchio, uno che non è alla moda, uno che non si distingue dal pensiero comune (infatti tutti fanno così -.-).
Io credo in Dio e non me ne vergogno affatto nel dirlo. Non si può dire in modo superficiale che l’esistenza di Dio sia una falsità, anche perché spesso, partendo da una timida idea ci si ritrova travolti da un pessimismo cieco, senza speranze né grandi gioie.
Al di là di tutte le cose che la chiesa riporta e di cui io non so se possano essere proprio così, al di là del fidarmi o no del clero (alla fine sono umani, non potranno mai più di tanto avvicinarsi all'essere buoni come un dio) ,per me dio esiste e non è più che altro il dio che ci raccontano, ma un dio che ci raccontiamo.
Quando proviamo rabbia, gioia, delusione, tristezza, serenità, speranza, diamo fiducia così senza motivo a qualcuno, amiamo, ci sentiamo amati, insomma qualsiasi tipo di sentimento, per me lì c'è un essere superiore. Scientificamente dovrebbe essere il cervello l’organo emittente, ma la faccenda presenta molti dubbi. Non sono sensazioni, sono sentimenti e tutti provati dalle persone con intensità diverse e variabili.
Alla morte di mio nonno io passai un periodo di distaccamento dalla mia fede. Mi sentivo abbandonata, ferita e non riuscivo a spiegarmi l’esistenza di una vita destinata a morire. Di notte sognavo, mio nonno era sempre lì a sorridermi, ad accarezzarmi e a farmi capire che non era totalmente scomparso. Ripresi così ad avvicinarmi alla chiesa, più che altro volevo attraverso le messe cercare delle piccole risposte. La mia mente si era persa, non avevo più quel riferimento stabile che mi conferiva la figura di mio nonno. Cercavo in ogni cosa la sua saggezza, quello che lui mi avrebbe detto e come mi avrebbe indirizzata. Le prediche delle messe ogni volta lasciavano un messaggio breve ma saggio, che mi rincuoravano, mi facevano sentire meno persa.
Mi riavvicinai così alla chiesa e a Dio.
Pasqua scorsa la passai a Torino. Andai alla messa nella bellissima chiesa di San Lorenzo e sentii delle parole che giuro mi commossero. Il sacerdote spiegò i molteplici significati della resurrezione correlati al mondo che ci circonda. Risorgere adesso vuol dire ritrovare la felicità e le speranze perdute, significa riallacciare i rapporti con un amico lontano e migliorare al massimo quello che si è umanamente per vivere con bontà la vita che ci è stata donata.
Auguro a tutti di riflettere su ogni scelta che prenderete, di essere capaci a “risorgere” se pensate di averne bisogno e naturalmente vi accompagno il tutto con gli auguri di una serena Pasqua.
Il pezzo musicale che ho scelto per questo post è la deliziosa “back to life” di Giovanni Allevi.
Buona Pasqua!
Fai bene a non vergognarti della tu fede! (una citazione di Voltaire adesso mi sembra talmente banale che te la risparmio)
RispondiEliminaeffettivamente molti giovani fanno gli atei per moda... Ci tengo a darti capire che non sono uno di quelli, pensa che prima di distaccarmi dalla religione ho riflettuto incessantemente per.... Almeno 3 anni pieni pieni.
Da quel che ho capito ti avvicini molto al deismo, una corrente religiosa nata con l'illuminismo (ancora il sopracitato filosofo), prova a leggerti qualcosa a riguardo, dovrebbe coincidere almeno in parte con le tue idee.
Grazie Cava per i consigli riguardo al deismo, ci darò sicuramente un'occhiata ;)
EliminaUn mio grande amico è diventato ateo perché ogni volta che chiedeva alle sue maestre suore spiegazioni riguardo ai misteri della fede non gli rispondevano, anzi lo emarginavano dalla classe perché si era permesso di mettere in dubbio quello che raccontavano. Quando mi parla di questo suo conflitto con la chiesa mi stupisce ogni volta. Lui è ateo, ma tiene alla questione religiosa molto più di chiunque altro.
Ovviamente ci sono persone che decidono di diventare atee per fondate motivazioni, bene che anche tu abbia riflettuto a lungo prima di prendere questa decisione.