domenica 27 maggio 2012

GIORNI DI FELICITÀ E FATICHE


I giorni appena passati hanno inghiottito il mio tempo libero snervandomi ma dandomi anche qualche soddisfazione. Scusatemi se sono stata un po’ più assente del solito da questa pagina. Per rimediare vi racconterò di alcuni di questi particolari giorni nei momenti più importanti.

Domenica 20/05
È arrivato il giorno fatidico del concerto. Questa data-20/05- è segnata sul calendario con tre sottolineature da almeno quattro mesi. Tocca a me, quello che hanno appena detto è il mio nome. Entro, devo dare l’attacco, sono la prima voce solista. Qualcuno tra il pubblico sorride, i bellissimi affreschi dell’auditorium mi circondano. Inizio, penso di essere da sola, il pubblico non esiste.
Le note scorrono veloci, il mio dito preme contro il flauto per scaricare la tensione, mi verrà il mio solito callo ma sarà il solito di cui ne andrò fiera. Voglio che la felicità invada il mondo, voglio che le tristezze cessino, voglio libertà. La musica mi aiuta. La melodia è fresca, esprime tanta spensieratezza, si tratta di un allegro tratto dalla sonata in sol maggiore del barocco Sammartini. È arrivato il momento della scala alta, quella che secondo me faccio sempre in un modo poco comunicativo, quella che temo più di tutte ma che amo per note e melodia. Stacco tutte le note che devo staccare, le scandisco il più possibile, lego i suoni che devo legare e conferisco volume al suono con tutto il mio sentimento. È fatta, la scala come mai prima d’ora è venuta perfettamente. Una corrente di benessere mi invade, sono felicissima. Un applauso, poi un coro fragoroso di applausi, sorrisi , complimenti. È fatta!

Martedì 22/05
È il mio compleanno, ora ho un anno in più! Mi sveglio con la piena consapevolezza dello scorrere del tempo, degli avvenimenti che mi hanno fatta crescere. Penso  alle persone che mi vogliono bene e che ci sono sempre state, ma anche a quelle che probabilmente non mi sentono così vicina come credo e che mi stanno accanto in certi momenti giusto per fare i fantocci. Poco importa però quest’ultima gentaglia con tutto il resto. Provo gioia per tutto il giorno, con le mie amiche e con una parte della mia famiglia festeggio, sono felicissima di essere nata quel dì. Arrivano poi gli auguri, quelli fatti da quella persona meravigliosa che stimo immensamente per come vive ogni giorno la quotidianità. Gioia, pura gioia è il sentimento che mi culla per tutte le ventiquattro ore. Vita, sei la cosa più bella.

Venerdì 25/05
Domani avrò tre verifiche: storia, biologia, chimica. Miseria nera, perché ogni anno a maggio ci deve sempre essere un ammasso di verifiche e i prof non riescono a mettersi d’accordo affinché questo non avvenga?
Dopo sei ore scolastiche e dopo aver mangiato mi metto subito al lavoro sul tavolo rotondo della cucina. Leggo, sottolineo, prendo appunti, memorizzo, faccio schemi, ripeto, ripeto altre volte, tiro delle righe sotto le parole, non mangio, lascio che il tempo scorra, non apro la porta, sto ancora studiando. Studio, studio, studio. Il mio braccio si muove di continuo da sinistra a destra con una matita in mano. Ho finito, sono stravolta , è mezzanotte e tredici. Mi alzo dal tavolo, mi sento debolissima, mi fa male la testa, è da tutta la settimana che vado avanti così, fortunatamente ogni risultato appaga. Vado a sciacquarmi il viso per rinfrescarmi ma mentre cammino sento le braccia tirare e bruciare. Giro le braccia verso lo specchio, ho i gomiti rossi e scorticati che bruciano. Da un braccio esce anche del sangue. La mia compagna di scuola aveva ragione :<<lo studio fa male (quando eccessivo)!>>. Prima di andare a riposarmi ascolto una canzone, mi mette carica, mi solleva. La musica è come una migliore amica: mi sostiene, mi fa riflettere, mi accompagna e mi rimette in pace l’anima.  

Concludo il post con la canzone della sera scorsa, la forte “this is why we fight” dei Decemberist.
Augurando agli studenti che il 9/06 arrivi il più presto possibile, un grosso saluto !  

mercoledì 9 maggio 2012

Un ciclone di musica e benessere racchiuso in un concerto di una serata


Venerdì sera sono riuscita ad andare in Piemonte per assistere al concerto che dava la band da me supportata fedelmente e fieramente da diversi anni.
 Per il mantenimento dell’anonimato di questo blog, perdonatemi se momentaneamente non indico per iscritto il nome del complesso, lo troverete comunque all’interno delle foto in coda a questo post. Ho voglia di condividere con voi una riflessione che ho fatto sulla mia mentalità mentre quelle note risuonavano all’interno del locale.
In questi anni di sostegno al gruppo tante cose sono cambiate: il carattere dei musicisti, la musica ora più matura, la quantità del pubblico ai concerti, ed io stessa in primis. Nei primi dieci minuti di concerto mi sono catapultata nel mezzo di questi pensieri malinconici, collegati alla rimembranza della lontananza di alcuni miei cari amici conosciuti attraverso i concerti di questo gruppo. Il pensiero del passato mi rattristava. Pensavo a me, spensierata vivevo le cose con più entusiasmo. Pensavo a tutto quello che mi mancava in quel momento, che avrei voluto al mio fianco e che forse non avrei mai più vissuto. Avrei voluto riavere tutto come una volta, quando ogni concerto era un’avventura che ti portava a fare una marea di amicizie e a divertirti al massimo.
Poi però mi sono guardata bene attorno, perché dovevo essere triste? Perché dovevo pensare al passato e permettere ai miei ricordi di inghiottire la possibilità di vivere pienamente il mio presente?
Ho così messo da parte i ricordi e pensato razionalmente a ciò che mi stava accadendo. Stavo cantando le canzoni che accompagnano la maggioranza delle mie giornate con i reali artefici di quei brani. Ero in prima fila, davanti a me c'erano loro con gli strumenti.
Neruda ha un’enorme ragione a dire che per godere del presente non bisogna legarsi alle speranze future, legate il più delle volte a delle mancanze passate.  “ bisogna cogliere la mela e gustarsela fischiettando” diceva con “l’ode al presente” nell’ultimo suo libro che ho letto.
Ho probabilmente vissuto il mio più bel concerto e sono stata travolta da un’ondata di serenità.
Se avete problemi con ricordi passati tristi che vi compromettono in un certo modo il vostro presente cercate di fermare quei pensieri. Cercate di pensare a ciò che avete e non a ciò che vi manca.

Salutoni !! :)