venerdì 31 maggio 2013

Take a Photo in London ;)

Nel mese di aprile con la scuola ho avuto il grandissimo piacere di visitare la città di Londra. Uno splendore!
Ho trascorso solo quattro giorni. Girare in fretta e furia la città londinese mezza bloccata per le sue manifestazioni è sinceramente stato abbastanza stancante, ma molto interessante e soddisfacente. 
Londra è una città movimentata, piena di gente proveniente da tutto il mondo, ma particolarmente elegante ed ordinata in qualsiasi contesto (persino ad esempio nella metropolitana, dove si creano due file sulle scale per lasciare il posto alla gente che va di fretta). 
Ho fatto parecchie foto ed ho scelto quelle che mi sono piaciute di più per crearvi una piccola serie fotografica qui sul mio blog : la prima foto mostra un angolo della piazza che incornicia la National Gallery, nella seconda foto è immortalata la facciata di Westminster, la terza foto è una veduta dalla fine del Millenium Bridge dove in lontananza si può scorgere Saint Paul, la quarta fotografia mostra il famosissimo Big ben e l'ultima foto vi saluta con una veduta della tipica Londra cittadina... taxi, edifici e un bar della Starbucks ;)










domenica 17 marzo 2013

2 anni senza facebook, 1 anno di blog.

Cari lettori, 
due anni fa io presi una delle decisioni più importanti, quella di staccarmi dal social network più diffuso in tutto il mondo. Ve ne parlo scrivendovi senza neanche fare una bozza su word di quello che voglio pubblicare, perché voglio essere molto diretta, in modo tale che voi possiate sentirmi più vicina al vostro mondo nonostante il ferreo anonimato che da un anno sto preservando. 

é un giorno di festa per me oggi: due anni senza facebook, domani un anno da blogger. 

La mia strada procede, sempre più interessante e sempre più pura. Sono contenta di me stessa come lo ero due anni fa per aver avuto quella determinazione giusta per procedere coraggiosamente in solitudine dal mondo virtuale la mia vita. Recentemente ho dovuto per motivi logici riattivarmi per pochi giorni sul mio profilo facebook: dovevo inviare delle foto a circa cinquanta persone e, avendole tutte su quel programma, le ho logicamente caricate una volta per tutti lì senza farmi troppi problemi. Ad ogni modo, per quel poco tempo in cui sono dovuta rimanere connessa, ho riscontrato fortemente la sensazione di non appartenenza, di spaesamento. Io non riesco proprio a stare lì, capisco chiaramente ormai che quello non è il mio posto. 
Ormai la mia mente ha rimosso quel programma completamente, come se non fosse mai esistito. Sia chiaro però, non ha rimosso né gli amici né i ricordi -positivi e negativi- legati ad essi. Attraverso questo distaccamento ho compreso tutta la mia realtà. Gli amici che non si sono fatti sentire diversamente (pochi) beh, ho capito senza troppe difficoltà che stavano mentendo. Gli amici invece che sono rimasti, se non quando si sono fatti sentire ancora di più proprio per questo motivo, si sono invece guadagnati il mio affetto più sincero. Questa disattivazione ha quindi per me giovato anche per il fatto di aver finalmente collocato nella giusta considerazione le persone che mi erano circostanti. 
Sono stati due anni di scoperte, di rinnovamenti, di valori autentici e di sincerità. 
é stato un biennio di delusioni, in tutte le vite del resto ce ne sono, ma anche e soprattutto di soddisfazioni assolutamente imprevedibili, come per i miei amici quella sera la mia scelta. 
Sono forse un caso unico, uno dei primi che ha deciso di procedere la sua vita distaccandosi da facebook. Sono contenta di aver visto dopo di me altra gente far ugualmente, ma il mio gesto non ha niente di ribelle.

La vita vera è meravigliosa, pur con le sue schiette prove a cui ti sottopone, pur con le mille delusioni che ti fa incontrare. La vita vera è bella perché è quella più chiara da prendere in considerazione per comprendere chi si è veramente. La vita vera, l'unica che mi rimane, è e sarà sempre la migliore. Sarà sempre l'unica meritevole di essere vissuta completamente. 

Times Like These - The Foo Fighters : 


  http://www.youtube.com/watch?v=fyoeJr6ZcPM



domenica 24 febbraio 2013

Foto Venezia

Il 3 febbraio da poco passato l'ho trascorso a Venezia, con delle mie amiche, andando in giornata prendendo un pullman con partenza alle 6 del mattino. Si tratta di un'esperienza che ho già sperimentato almeno un paio di volte nella mia vita ed il risultato è sempre lo stesso: un gran senso di fascino e bellezza verso quella città a filo d'acqua, un'ammirazione profonda verso la compostezza del suo carnevale nonostante i numerosi visitatori ed un piccolo sogno, che feci per davvero un anno fa in uno dei miei dormiveglia, di vivere in quel luogo nell'età comunale. 

Venezia è una città che ammiro tantissimo. 
Rappresenta la città in cui, in quanto compositrice, faccio sempre riferimento come luogo ideale per trarne ispirazione. Rappresenta la città in cui sognerei vivere, se non ci fossero limiti effettivi di scomodità. 

Non ho resistito a portare con me la mia macchina fotografica per immortalare alcuni splendori di quella città...









dei sognatori,
dei commercianti,
dei pescherecci,
delle mille maschere,
degli studenti ancora insicuri sul loro futuro,
della gente che vorrebbe tornare al passato,
di chi dal passato non riesce a sradicarsi,
città di mille canali, gondole e nobili note,
luogo che rimane nel cuore di chi la vede, come a chi essa da diceria popolare è legata...
...gli innamorati. 



sabato 12 gennaio 2013

INTERVISTA ad Elsiar: il ragazzo poeta.


A che età più o meno hai iniziato a scrivere poesie? Quando ti è sorto questo interesse?
L’interesse mi è sorto in quarta elementare, leggendo le poesie di Carducci.

Cos'è la poesia? Vista con gli occhi da studente e da scrittore.
Vista con gli occhi da studente è un insieme di versi in strofe, rime e figure retoriche vincolate da pesanti regole che si auto-impone il poeta.
Come scrittore, essendo la mia poesia libera da schemi di ogni genere, è il modo per esprimere ciò che penso a un me interlocutore, liberandomi dal peso che questi pensieri mi creano.

È un concetto bellissimo, che praticamente tutti quelli che creano un’opera (soprattutto contemporanea) capiscono… quindi, non ti poni assolutamente il problema di inserire le figure retoriche? Scrivi dunque semplicemente di getto?
Le figure retoriche le inserisco solo perché l’io dice di inserirle, ma non mi lego a uno schema imposto da quelle. Le metto anche per un concetto quasi eracliteo.
Tutto scorre…
Si, scrivo di getto. Non ho mai una brutta copia, scrivo quando ne sento la necessità.

Hai un particolare ambiente o condizione che ti ispira più di altre in questo?
La sera, il buio, magari anche delle nottate uggiose, ma indispensabile è per me la solitudine.

Solitudine che aiuta a guardarsi nell'animo, l’unico compagno che in quel momento ci rimane…  
 A me ad ogni modo rimane anche la ragione, quella non mi abbandonerà mai, anche perché non potrei scrivere altrimenti.

Alcuni ritengono che questa sensazione di solitudine si possa riscontrare anche quando ci troviamo in un luogo troppo affollato, come a Milano per esempio ( o anche quando scoppiano risse), dove si è soli a dover affrontare il mondo circostante… ti capita di sentirti improvvisamente “solo” in questo senso?
No, mai. So sempre  che ci saranno i miei amici a sostenermi. Spesso loro ti sostengono anche se sei nel torto marcio e se vedono che deragli ti avvisano e frenano adeguatamente. Ti sostengono sempre (i veri amici), sta a te non approfittarne.

Ti ispira anche l’idea di scrivere un libro in futuro?
Lo sto già scrivendo.

Chi è il tuo poeta preferito? E scrittore?
Poeta Carducci, essendo quello che mi ha fatto iniziare, o D’annunzio.
Scrittore, beh, sicuramente Licia Troisi. Ultimamente però mi sto interessando molto anche a Pansa. Il poeta e scrittore per eccellenza resta senza dubbio Dante, anche se abbiamo stili differenti.

Film e libri invece? Se esce un film su un libro preferisci prima aver letto il libro o viceversa?
Film preferiti quelli del grande Totò, per quanto riguarda i libri adoro il fantasy.
Preferisco prima leggere il libro su cui poi faranno il film, dato che solitamente è anche sempre migliore. Purtroppo quasi mai si ha il tempo per poterlo fare tranquillamente, con tutta una serie di altri libri da leggere che ti impone la scuola.

Per concludere in bellezza ora rispondi anche a questa domanda: Piatto preferito?
Evviva le bistecche! 

Colgo l'occasione per ringraziare Elsiar, studente in prima liceo classico, per la sua grande disponibilità ed apertura nel partecipare a quest'intervista.  Lui è un grande estimatore di Fabrizio De André, considerandolo pienamente un "poeta" per quanto riguarda i cantautori italiani. Concludo così il tutto inserendo una traccia-discorso dello stesso De André, che riflette ed elogia la solitudine, affrontata precedentemente con Elsiar nella nostra conclusa intervista. 

giovedì 29 novembre 2012

Confronti…


È notte fonda. Io sto dormendo in un sonno profondo e sono talmente stanca che non riesco neanche a sognare, o meglio a ricordare ciò che il mio cervello elabora.
Il buio della notte avvolge ogni cosa, il silenzio ha avvolto tutta la stanza. Ad un certo punto però le mie orecchie sentono uno strano sibilo, lontano, indistinto. Poi, con più chiarezza, il suono inizia a prendere più consistenza ed ecco, sul mio lato sinistro, il telefono di casa squillare vivacemente.
Mia nonna mi chiede di passarle il telefono. Io glielo passo, poi un’esclamazione ed infine la notizia: è morto zio *********.
Lui era l’ultimo fratello rimasto in vita di mio nonno. Un uomo che amava i pezzi di Frank Sinatra, che amava giocare a pallone durante la sua giovinezza, che tifava fortemente l’Inter, che si è sempre dimostrato inseparabile dal vizio del fumo ed un uomo sicuramente di classe, come del resto tutto il nucleo famigliare di mio nonno.
Sono rimasta rattristata dalla notizia certo, ma anche rasserenata, dal pensiero di sapere finalmente tutti quei cinque fratelli riuniti in cielo. La fede, questo ti da la fede: la speranza, l’amore eterno, una continuità di sentimenti con i propri cari da raggiungere un domani.
L’unica cosa che mi ha lasciato un vuoto interiore abbastanza rilevante è stato il pensiero che tutta quell'intera famiglia se ne sia andata, così, sciolta come la neve. Una famiglia di una classe e di una distinzione fuori dal comune, ma soprattutto una famiglia piena di semplicità. È da quella mia parte di albero genealogico che sicuramente deriva quella mia istintiva voglia di conoscere la giustizia, di intraprendere gli studi in legge. Di certo, se potrò realizzare questo mio sogno, dedicherò la mia carriera a loro, da cui prenderò esempio e di cui non mi scorderò mai.
Le notizie di oggi per me ad ogni modo non si sono limitate a questa, ma già stamattina il mio telefono cellulare me ne ha riserbate delle altre. Cosa poter dire, non sono state tanto belle neppure queste: a breve sarò chiamata nuovamente a dover affrontare di petto una situazione non proprio piacevole e per di più, da un’altra situazione, mi è stata lanciata un’allusione. Queste due situazioni però, ve lo dico chiaramente, derivano da dei capricci, fisime mentali, complessi di inferiorità, isterie. Dunque, sapete cosa vi dico? Se prima ero solita prestare anche un minimo di attenzione a queste persone problematiche ora non lo farò più, neanche un secondo. Cosa possono avere costoro, a confronto di persone così distinte come quelle della famiglia di mio nonno, da poter turbare con i loro capricci le anime altrui? Chi si credono di essere questi isterici vagabondi?
Oggi io ho tratto una conclusione. Di questi ultimi personaggi citati, a confronto con la notizia di mio zio,  ho notato che non me ne frega proprio nulla. Il senso che ho trovato in ciò è semplice, semplicissimo: il segno non lo lascia chi urla, strepita e mette in scena dei teatrini attorno a sé per mettersi al centro dell’attenzione. Il segno, che lasciano le persone davvero grandi e stimabili, lo lasciano i silenzi, che si mantengono attorno a grandi fatti, grandi morali e vere grandi opere.

Per finire questo post, un po’ triste già, ma spero gradito…non posso che inserire un pezzo di Frank Sinatra, naturalmente dedicato a te zio, per un ultimo saluto:

domenica 28 ottobre 2012

Serie fotografica: ripensando a Fuerteventura

Questa sera ho ritrovato con piacere alcune fotografie, scattate da me nella prima metà di luglio, ritraenti quella meravigliosa isola canaria chiamata Fuerteventura. Ho deciso così di condividere sul mio blog le immagini che più hanno addolcito i miei ricordi e, dopo avervi tempo fa descritto la mia forte passione per la geologia,  non possono che riguardare: rocce, grotte laviche, scorci fortemente caratterizzati dal paesaggio montano-roccioso, ma anche mare; limpida distesa d'acqua salata che purifica ed aiuta a far riflettere l'animo. 







  Bye Bye ! 
Aires




sabato 6 ottobre 2012

Sono ritornata!


Non penserete mica che abbia smesso di scrivere sul mio Blog? Eccomi qui, sono ritornata!
Scusatemi se realmente il mio ritorno dalle vacanze è avvenuto già da parecchio tempo ed io da allora non sono riuscita a scrivervi neanche due righe, ma i motivi sono sempre gli stessi, comuni un po' a tutti: ripresa della quotidianità, novità da immagazzinare, poca disponibilità di tempo.
Ora però sono qui e per perdonarmi vi rivelerò un'intenzione molto carina che ho per questo Blog. 
 Si tratta di alcune interviste che farò e che naturalmente trascriverò qui a dei personaggi che hanno nel loro essere qualcosa di ammirevole.  Non saranno interviste a personaggi "famosi", affatto. I protagonisti che risponderanno alle mie domande saranno delle persone comuni, semplicissime (almeno dall'aspetto esteriore). Poiché penso che non solo le persone più popolari abbiano delle vite o argomenti da raccontare interessanti, ma tutti, con il loro vissuto, i loro ideali, sono meravigliosi e meritevoli di essere ascoltati. 
Quando pubblicherò dei post facenti parte di questa categoria gli evidenzierò con l’etichetta “interviste”. Le tematiche di questi post si soffermeranno particolarmente sui sognatori, personaggi sempre più rari da trovare in questo mondo pessimista che cerca di soffocare i sogni della gente e che, a mio parere, potrebbero essere d’aiuto a chi magari ha perso qualche speranza o vuole sentirsi incoraggiato in proposito. 

Durante le mie vacanze non ho quasi mai smesso di pensare a voi ed al mio blog. Così, per farvi un pensierino, una sera sulla sabbia della spiaggia appena inumidita dalle sottili onde marine, ho deciso di scrivere il mio pseudonimo.
“Aires”, il nome della saggia piratessa e successivamente regina della terra del fuoco delle “Cronache del Mondo Emerso” (Licia Troisi).
“Aires”, che personalmente mi indica anche tutta la mia determinazione e la mia forza morale, espressa tra le righe di questa pagina virtuale. Vi confesso però, di aver avuto paura di essere scoperta, per via anche della mia voglia di mantenimento dell’anonimato. Ho cercato di scrivere quel nome in fretta e di fare altrettanto nel cancellarlo. Perché se una persona nella realtà mi conoscesse così forte penserebbe che io sia matta, noiosa, vecchia. quando invece non lo sono affatto. Dietro ogni mia convinzione, c’è una mia debolezza affrontata. Non sono “forte”, ma semplicemente amo la ragione, la dignità, la giustizia. Se una cosa mi appare dura da affrontare, da persone “forti”, ne ho timore come tutti ma se è giusta l’affronto e porto a termine responsabilmente la decisione che prendo. Questo è ciò che secondo me rende una persona matura e responsabile, il saper prendere delle decisioni con fermezza.  

Ricoprii la scritta con abbondante sabbia, sparpagliai tutte le conchiglie e le alghe che avevo utilizzato. Mi alzai, misi una mano dove pochi secondi prima era scritto quel mio pezzo d’identità. Non c’era più, non nel mondo concreto. Controllai la macchina fotografica, coprendone lo schermo e rividi quelle cinque lettere, immortalate dalla mia fotografia…   

mercoledì 1 agosto 2012

Post provvisorio: BLOG IN VACANZA!


Cari lettori, per Aires è già arrivata l’ora di ripartire…
La vacanza che mi attende sarà ben più lunga delle precedenti e per questo motivo sono costretta a sospendere l’attività di questo mio blog per tutto il mese di agosto. 
Il post che sto scrivendo è puramente informativo e provvisorio, dal momento che al mio ritorno con molta probabilità lo eliminerò per far posto a nuovi argomenti veri e propri.
Colgo ad ogni modo l’occasione di avere questo spazio per poter ringraziare infinitamente tutte le persone che mi seguono, grazie mille a tutti!
A settembre tornerò a scrivere nuovi post ed ad arricchire questa pagina con nuove eventuali serie fotografiche. In attesa di rileggersi…
                                       
                                      …   BUON AGOSTO A TUTTI !
                                                       
                                                          Aires     

giovedì 26 luglio 2012

FUERTEVENTURA: l’isola canaria che ha saputo confermare la mia passione per la geologia.


Ricorderò sempre con un sorriso quel pomeriggio primaverile in cui la mia più grande passione iniziò a manifestarsi. Frequentavo la terza media e quella mattina la mia professoressa di scienze aveva annunciato che nella lezione successiva si sarebbe iniziato a spiegare il capitolo riguardante la geologia. Quel pomeriggio stranamente non c’era stato assegnato nessun compito né lezione particolarmente impegnativa così, per curiosità, iniziai a sfogliare qualche pagina nuova del libro di scienze. Ricordo perfettamente la prima pagina che mi si aprì davanti agli occhi, riguardava il processo di fossilizzazione. Lessi tutto, poi passai alle altre pagine senza quasi accorgermene. Le ore scorrevano veloci e la notte iniziava a calare sulla mia città, ma io rimanevo sempre inchiodata a quel libro, con gli occhi carichi di entusiasmo. Ascoltai le lezioni della mia bravissima professoressa pendendo completamente dalle sue labbra e non mi accontentai delle nozioni scolastiche, bensì mi comperai moltissimi libri in merito all’argomento.
Nacque così la mia passione per la geologia, che non mi abbandonò mai più.

Scusatemi cari lettori se per un po’ di tempo non ho potuto aggiornare questo blog di nuovi post. Ho trascorso due settimane di vacanza a Fuerteventura ed ecco perciò la motivazione della mia assenza.
L’isola canaria in questione è un luogo che mi è piaciuto tantissimo: selvaggio, spartano, e sfiorato – oserei dire- dal passaggio umano. Geograficamente il paesaggio che lo costituisce è un subdesertico sahariano e detto questo l’isola si presenta in due aspetti differenti : da una parte l’occhio può perdersi contemplando infinite dune di sabbia bianca intervallate ogni tanto da bassi arbusi di “Tabaiba” ( pianta verdolina simile all’erica) , da un’ altra parte lo spettacolo è lasciato ad un paesaggio di rocce prevalentemente ferrose, piroclastiche e basaltiche dovute dal collasso di antichi vulcani un tempo attivi. Essendo un’ isola si trova poi ovviamente anche la parte marina, bagnata dalle gelate ed alte onde oceaniche e costantemente rinfrescata da forti correnti ventose. Se noi pensiamo che il mare sia il nostro Mediterraneo ci sbagliamo di grosso, alla fine si tratta quasi di un lago, definito mare giusto per quei 14 km dello stretto di Gibilterra e per l’apertura con il canale artificiale di Suez. Le vere masse marine ( mari aperti o mari chiusi con sbocchi discretamente ampi) hanno una forza ben più potente rispetto a quella mediterranea. Una potenza capace di trascinarti violentemente al largo per via della forte risacca ma che ti affascina completamente per il suo aspetto maestoso e limpido al tempo stesso.

La zona che più mi ha affascinato di Fuerteventura è comprensibilmente quella che riguarda gli antichi vulcani. Ho avuto la possibilità di fare oltretutto delle esperienze all’interno di grotte particolari ed intorno ai vulcani e ciò mi ha lasciata ancora una volta con gli occhi commossi, pieni di quel mio caro e vecchio entusiasmo che solo una passione così forte è in grado di farmi provare.
Due sono state principalmente le più importanti esperienze : quella all’interno di una grotta scavata dal passaggio della lava all’interno di un canale e quella al “Timanfaya” , il parco nazionale dedicato ai vulcani nell’isola di Lanzarote.
Ricorderò per sempre quando all’interno della grotta la guida mi ha spento tutte le luci e mi ha fatta vagare per un quarto d’ora abbondante al buio per farmi capire la reale situazione che i geologi e gli speleologi provano quando scoprono qualcosa. Ricorderò anche del Geyser potentissimo che a Lanzarote mi ha colto di sorpresa facendomi per pochi metri rischiare di cadere giù da quel gradone carbonizzato. Ripenserò spesso anche a quando un signore ha preso con una pala dei sassolini sottoterra e me li ha messi in mano per farmi sentire la loro temperatura (60°C). Tutti appena li prendevano in mano li buttavano giù per non scottarsi, io me li sono rotolati più volte tra le mani, ci ho soffiato su, mi sono anche fatta una piccola vescica sulla mano, ma me li sono tenuti. Poi mi terrò bene in mente anche i miei occhi che si sono immediatamente inumiditi alla vista di quel panorama che parla della storia del nostro pianeta. A volte mi sento “cattiva” ad incantarmi per fenomeni talmente distruttivi e rivoluzionari, ma non riesco a contenermi, mi interessano moltissimo. Ho pensato addirittura che mi piacerebbe essere una roccia posta alle pendici di un vulcano, per potermi godere senza troppi rischi (se non quello di trasformarmi) un’ eruzione vulcanica.

Voi avete delle passioni così forti per qualcosa? 
Se le avete mi farebbe molto piacere conoscerle, ogni passione per materie culturali è solo da ammirare. 

venerdì 6 luglio 2012

istruzioni: per un pizzico di umanità


L’altro giorno tra le pagine dei miei siti preferiti ho avuto il piacere di leggere il messaggio che una saggia utente aveva scritto. Ciò che ho trovato mi è piaciuto davvero molto e l’ho ricollegato al discorso del post precedente “Artefici del proprio destino” sulla vita vissuta al meglio. Personalmente penso che una bella e giusta vita si debba fondare principalmente su dei forti valori morali e su di un grosso senso di umanità. Quello che troverete qui sotto è una specie di raccolta di istruzioni che dovrebbero se seguite riuscire a migliorare il nostro piano umano e quello circostante.     Voilà! 

"Per un pizzico di umanità"


Rivolgi la parola alla gente:
niente è più piacevole di un saluto gentile.

Sorridi alla gente:
il cipiglio muove 72 muscoli ,il sorriso 14.

Chiama la gente per nome:
il proprio nome è la voce più bella del vocabolario.

Sii gentile:
se vuoi amici devi essere amichevole.

Sii cortese:
come se tutto quello che fai fosse un vero piacere.

Interessati della gente:
tutti hanno qualcosa da darti.

Sii generoso nella lode:
e prudente con la critica.

Aiuta la gente:
ti resta solo quello che hai fatto per gli altri.

Evita le beghe ,perchè i punti di vista sono tre :
il tuo, quello dell'altro,quello giusto....e...
bisogna trovarlo !!!

AL TUTTO AGGIUNGI:
UNA DOSE DI BUON UMORE,UNA GRANDE PAZIENZA,
....UN SOFFIO DI UMILTA'.

...e il mondo attorno a te diventerà più umano.


lunedì 2 luglio 2012

Artefici del proprio destino


Ognuno di noi su questa Terra è solo, e libero nel decidere come agire nelle diverse situazioni che gli vengono proposte.
 Non riesco ad attribuire a qualcuno come scusante per un determinato comportamento l’influenza percepita dalla gente che lo circonda. Anche in quella situazione la persona è libera e sola nel decidere, se farsi influenzare o no.
Se qualcosa alla fine non gli sarà gradito, non potrà dare la colpa senza riflettere ad altre persone.
Chi aveva deciso di entrare in quella situazione e di tenere quel comportamento? Noi, sempre noi sarà la risposta.
Succede parecchie volte di trovarsi delusi dalla situazione che ci si è creati attorno, forse perché la vita ci risulta ancora difficile da gestire al meglio. Questa vita però, bella e affascinante come una rosa rossa sotto una pioggia primaverile, sarà sempre pronta a darci nuove possibilità.
Non mollate mai le speranze, neanche nei momenti più bui.
Verrà un giorno in cui la luce tornerà a risplendere sui nostri sentimenti e ciò avverrà per merito della nostra stessa forza.  

 Foto scattata da me in una giornata piovosa della primavera appena passata. 

domenica 24 giugno 2012

Resoconto di una settimana trascorsa tra l’ecletticità di Berlino e la musica di Vienna


Tra la seconda e terza settimana di giugno ho potuto trascorrere dei giorni di vacanza nelle bellissime due capitali europee di Berlino e Vienna. Queste città, con le loro singolari atmosfere, mi hanno affascinata moltissimo. Per ognuna di esse ho potuto farmi delle mie idee personali e non mancherò di certo ad esporvele. Sono poi accaduti fatti curiosi che mi hanno entusiasmata e fatto riflettere. Non riuscirò a dirvi proprio tutto quello che ho visto, due città come queste sono enormi e sono costretta per non dilungarmi eccessivamente a tralasciare qualche passaggio. Ho comunque cercato di selezionare il meglio e lo stesso è valso anche per le fotografie. Voilà un resoconto composto sia da parti sotto forma di diario e sia semplicemente descrittive con sottostante relativa serie fotografica riassuntiva!

Venerdì 15, Berlino
È sera, mi sono sorbita tante lunghe ore di viaggio ma finalmente sono arrivata a destinazione. Il cielo inizia a tingersi di sfumature rosacee ed io mi ritrovo ad un bar con dei miei amici.
 Mi sono comperata una birra leggerissima aromatizzata all’arancia, veramente ottima. Ad un certo punto un amico mi consiglia di attraversare il parco che ci sta davanti per andare a vedere cosa c’è al di là ed io seguo volentieri il suo consiglio. Percorro quei vialetti alberati ed arrivo in pochi minuti alla fine del parco. Mi trovo su un vasto prato. Ad una cinquantina di metri da me scorgo il famoso muro di Berlino, con dei buchi qua e là, tutto colorato e firmato da artisti di strada o visitatori. Più vicino a me, ad una decina di metri ci sono dei pannelli. Mi avvicino, perché voglio vedere di cosa si tratta. Vedo la foto di un bellissimo ragazzo e sotto la date di nascita e di morte. È uno di quelli che ha sacrificato la propria vita cercando di attraversare il muro, cercando la libertà. La sua vita è finita a vent’anni e non è il solo ad essere stato ucciso a quell’età. Continuo a leggere i nomi delle altre persone uccise, poi i miei occhi si fermano sull’immagine di un bambino. Inizia a girarmi la testa al solo pensiero, quello che è testimoniato davanti a me è terribile. Questo bambino è stato ucciso a sei anni, mentre cercava di raggiungere la madre dall’altra parte della barricata. Mi prende una grande tristezza e desolazione ed inizio a leggere tutti i nomi che ci sono scritti. Poi più in là vedo una statua in rame, meravigliosa. Ritrae la scena di un uomo e una donna che si abbracciano dopo l’abbattimento del muro. Sono commossi e la statua è molto espressiva. Sotto di loro c’è una Bibbia che esce da una intricata trama di fili spinati. La speranza, l’amore e la libertà hanno vinto su tutto, ma sono anche costate carissime.

Consumo la mia cena in un locale tipico lungo un viale centrale della città. Mangio una buona bistecca con un ottima salsina e mi faccio capire in inglese, una lingua “jolly”, largamente utilizzata soprattutto dai giovani. Poi con il mio amico, da anni residente a Berlino, mi concedo un giretto. Voglio capire meglio il senso della città, capire i berlinesi ed il clima in generale. Ad un bar, nel tavolo dietro di noi c’è una bellissima ragazza. È vestita molto bene, curata nell’acconciatura e negli accessori. Non è però normale, osservandola bene sta parlando da sola! Ride con la sedia che le sta in fianco, fa delle boccacce alla lista di ordinazione, molla delle grosse pacche alla sedia sull’altro lato e va avanti a ridersela di gusto in solitudine. Guardo sbalordita il mio amico che mi chiarisce la situazione. Le droghe di adesso non sono più come quelle di una volta. Una volta se ne faceva uso e si moriva, oggi queste droghe sono “leggere”. Fisicamente non creano problemi ma attaccano direttamente il cervello, che parte del tutto. Berlino è una città dove circolano tranquillamente le sostanze stupefacenti ma non solo, la prostituzione è legale. Nel corso più avanti vedo infatti moltissime “brave ragazze”e mi spiega il mio amico riferendosi a quelle – Tra un po’ fanno persino la ricevuta-.
Tutto ciò che ho visto in poche ore inizia a ribollirmi in testa, ecco il senso che ho scovato io personalmente di Berlino! Berlino è una città che in passato ha subito tante restrizioni, ed ora per sanare a quella passata mancanza di libertà se ne concede tantissima, forse troppa. Ognuno è libero di fare ciò che meglio crede della propria vita, l’unica regola è che non deve danneggiare gli altri.

Vienna
Ho visitato questa città sotto un caldo torrido e ci ho trascorso solo un giorno e mezzo. Non mi sono fatta però mancare certi sfizi: una mostra di quadri e bozzetti originali di Klimt, una visita alla cattedrale “stephansdom” , una mattinata di divertimento al famoso Prater, una bella abbuffata di deliziosa torta Sacher ed un meraviglioso ottimo concerto – fortunatissimamente gratis- nella famosa sala dove tutti gli anni si svolge il celebre concerto di capodanno (i brividi che da la classica sinfonia n.9 di Beethoven sono indescrivibili).
Vienna è una città elegantissima. Personalmente ho poi un certo fascino per l’arte gotica, slanciata ed elegante, quindi potrete ben capire il mio entusiasmo in una città ricca di edifici di questo stile. Peccato per il caldo soffocante, non avrei mai immaginato di trovare un clima del genere. Ci tornerò sicuramente, ma con un buon paio di braghe corte!


Concludo, come sopra annunciato, con la serie fotografica : La prima foto ritrae una statua posizionata a lato di una fontana davanti al comune berlinese, la seconda fotografia ha immortalato la mia mano poggiata su un punto del famoso muro, la terza foto mostra la famosa porta di Brandeburgo a cui ho dovuto purtroppo riprenderne solo una parte perché l’altra era occupata da un maxischermo, la quarta foto ritrae lo stupendo e luminosissimo altare di Pergamo, la quinta fotografia mostra il Reichstag o Bundestag (parlamento tedesco), la sesta foto raffigura la parte più alta della torre della televisione, la settima foto mostra una giraffa costruita in lego posizionata davanti al Sony Center, l’ottava un dolcissimo orso polare fotografato allo zoo di Berlino, la nona fotografia raffigura l’affascinante organo viennese nella cattedrale di Stephansdom e la decima ed ultima foto ritrae una scalinata molto bella che ho trovato lungo una galleria centrale a Vienna.   











Cosa ne dite delle foto ?
Salutoni a tutti ! 

martedì 12 giugno 2012

FARE ORDINE


Finalmente le attese vacanze estive sono cominciate e così potrò dedicare più tempo a me stessa, a ciò che mi circonda e naturalmente anche a questo blog. Nel weekend appena passato, visto il tempo incerto, ne ho approfittato per mettere ordine ad alcuni angoli della mia casa e ritrovare quel mio caricatore perso che mi serviva tanto. Non sono una persona molto ordinata ed è abbastanza raro che io mi metta a riordinare gli oggetti per intere giornate. Ogni tanto però mi tocca attivarmi in questo senso e a parte gli innumerevoli starnuti che mi provoca la polvere, con un po’ di bella musica in sottofondo il tutto pare anche abbastanza piacevole. La giornata dedicata al mettere in ordine devo ammettere che si è risultata anche proficua : ho ritrovato il mio caricatore, ho riavuto in mano vecchi oggetti che mi hanno riportato alla mente piacevoli momenti passati ed ho finalmente fatto ordine anche nella mia mente. Quello che non mi serviva più l’ho buttato e ciò che non mi piaceva più ha fatto la medesima fine. Gli oggetti che invece avevo trascurato e di cui solo ora ne ho scoperto l’utilità li ho rivalutati e collocati di conseguenza più a portata di mano. Anche nei rapporti con delle persone ho provveduto mentalmente a cambiare alcuni miei punti di vista. Ho incontrato da poco tempo la delusione e per descriverla vi dico solo che è pesantissima. Un’ oscura consapevolezza che in passato avevo ipotizzato si è concretizzata. L’opportunismo in amicizia è una cosa squallida, è legato alla falsità e ad altri elementi negativi.  Ciò che è stato fatto non è avvenuto direttamente nei miei confronti, ma io non riesco a considerare come grande amico una persona che tratta male altre persone a me carissime. Dopo tutto questo riordine mi sento finalmente più libera, sebbene al contempo provata, di riavere pienamente le cose sotto controllo e di iniziare una nuova fase della mia vita.

Anche questo blog andando in estate cambierà un po’, specie nelle tematiche più adatte alla stagione estiva. In certi periodi non potrò scrivere per via delle vacanze ma ai miei ritorni provvederò ad arricchire questa pagina di nuovi post.

Concludo il post con la meravigliosa canzone “Guaranteed” di Eddie Vedder.

Buone vacanze a tutti ! 

domenica 27 maggio 2012

GIORNI DI FELICITÀ E FATICHE


I giorni appena passati hanno inghiottito il mio tempo libero snervandomi ma dandomi anche qualche soddisfazione. Scusatemi se sono stata un po’ più assente del solito da questa pagina. Per rimediare vi racconterò di alcuni di questi particolari giorni nei momenti più importanti.

Domenica 20/05
È arrivato il giorno fatidico del concerto. Questa data-20/05- è segnata sul calendario con tre sottolineature da almeno quattro mesi. Tocca a me, quello che hanno appena detto è il mio nome. Entro, devo dare l’attacco, sono la prima voce solista. Qualcuno tra il pubblico sorride, i bellissimi affreschi dell’auditorium mi circondano. Inizio, penso di essere da sola, il pubblico non esiste.
Le note scorrono veloci, il mio dito preme contro il flauto per scaricare la tensione, mi verrà il mio solito callo ma sarà il solito di cui ne andrò fiera. Voglio che la felicità invada il mondo, voglio che le tristezze cessino, voglio libertà. La musica mi aiuta. La melodia è fresca, esprime tanta spensieratezza, si tratta di un allegro tratto dalla sonata in sol maggiore del barocco Sammartini. È arrivato il momento della scala alta, quella che secondo me faccio sempre in un modo poco comunicativo, quella che temo più di tutte ma che amo per note e melodia. Stacco tutte le note che devo staccare, le scandisco il più possibile, lego i suoni che devo legare e conferisco volume al suono con tutto il mio sentimento. È fatta, la scala come mai prima d’ora è venuta perfettamente. Una corrente di benessere mi invade, sono felicissima. Un applauso, poi un coro fragoroso di applausi, sorrisi , complimenti. È fatta!

Martedì 22/05
È il mio compleanno, ora ho un anno in più! Mi sveglio con la piena consapevolezza dello scorrere del tempo, degli avvenimenti che mi hanno fatta crescere. Penso  alle persone che mi vogliono bene e che ci sono sempre state, ma anche a quelle che probabilmente non mi sentono così vicina come credo e che mi stanno accanto in certi momenti giusto per fare i fantocci. Poco importa però quest’ultima gentaglia con tutto il resto. Provo gioia per tutto il giorno, con le mie amiche e con una parte della mia famiglia festeggio, sono felicissima di essere nata quel dì. Arrivano poi gli auguri, quelli fatti da quella persona meravigliosa che stimo immensamente per come vive ogni giorno la quotidianità. Gioia, pura gioia è il sentimento che mi culla per tutte le ventiquattro ore. Vita, sei la cosa più bella.

Venerdì 25/05
Domani avrò tre verifiche: storia, biologia, chimica. Miseria nera, perché ogni anno a maggio ci deve sempre essere un ammasso di verifiche e i prof non riescono a mettersi d’accordo affinché questo non avvenga?
Dopo sei ore scolastiche e dopo aver mangiato mi metto subito al lavoro sul tavolo rotondo della cucina. Leggo, sottolineo, prendo appunti, memorizzo, faccio schemi, ripeto, ripeto altre volte, tiro delle righe sotto le parole, non mangio, lascio che il tempo scorra, non apro la porta, sto ancora studiando. Studio, studio, studio. Il mio braccio si muove di continuo da sinistra a destra con una matita in mano. Ho finito, sono stravolta , è mezzanotte e tredici. Mi alzo dal tavolo, mi sento debolissima, mi fa male la testa, è da tutta la settimana che vado avanti così, fortunatamente ogni risultato appaga. Vado a sciacquarmi il viso per rinfrescarmi ma mentre cammino sento le braccia tirare e bruciare. Giro le braccia verso lo specchio, ho i gomiti rossi e scorticati che bruciano. Da un braccio esce anche del sangue. La mia compagna di scuola aveva ragione :<<lo studio fa male (quando eccessivo)!>>. Prima di andare a riposarmi ascolto una canzone, mi mette carica, mi solleva. La musica è come una migliore amica: mi sostiene, mi fa riflettere, mi accompagna e mi rimette in pace l’anima.  

Concludo il post con la canzone della sera scorsa, la forte “this is why we fight” dei Decemberist.
Augurando agli studenti che il 9/06 arrivi il più presto possibile, un grosso saluto !  

mercoledì 9 maggio 2012

Un ciclone di musica e benessere racchiuso in un concerto di una serata


Venerdì sera sono riuscita ad andare in Piemonte per assistere al concerto che dava la band da me supportata fedelmente e fieramente da diversi anni.
 Per il mantenimento dell’anonimato di questo blog, perdonatemi se momentaneamente non indico per iscritto il nome del complesso, lo troverete comunque all’interno delle foto in coda a questo post. Ho voglia di condividere con voi una riflessione che ho fatto sulla mia mentalità mentre quelle note risuonavano all’interno del locale.
In questi anni di sostegno al gruppo tante cose sono cambiate: il carattere dei musicisti, la musica ora più matura, la quantità del pubblico ai concerti, ed io stessa in primis. Nei primi dieci minuti di concerto mi sono catapultata nel mezzo di questi pensieri malinconici, collegati alla rimembranza della lontananza di alcuni miei cari amici conosciuti attraverso i concerti di questo gruppo. Il pensiero del passato mi rattristava. Pensavo a me, spensierata vivevo le cose con più entusiasmo. Pensavo a tutto quello che mi mancava in quel momento, che avrei voluto al mio fianco e che forse non avrei mai più vissuto. Avrei voluto riavere tutto come una volta, quando ogni concerto era un’avventura che ti portava a fare una marea di amicizie e a divertirti al massimo.
Poi però mi sono guardata bene attorno, perché dovevo essere triste? Perché dovevo pensare al passato e permettere ai miei ricordi di inghiottire la possibilità di vivere pienamente il mio presente?
Ho così messo da parte i ricordi e pensato razionalmente a ciò che mi stava accadendo. Stavo cantando le canzoni che accompagnano la maggioranza delle mie giornate con i reali artefici di quei brani. Ero in prima fila, davanti a me c'erano loro con gli strumenti.
Neruda ha un’enorme ragione a dire che per godere del presente non bisogna legarsi alle speranze future, legate il più delle volte a delle mancanze passate.  “ bisogna cogliere la mela e gustarsela fischiettando” diceva con “l’ode al presente” nell’ultimo suo libro che ho letto.
Ho probabilmente vissuto il mio più bel concerto e sono stata travolta da un’ondata di serenità.
Se avete problemi con ricordi passati tristi che vi compromettono in un certo modo il vostro presente cercate di fermare quei pensieri. Cercate di pensare a ciò che avete e non a ciò che vi manca.

Salutoni !! :)




domenica 22 aprile 2012

Cosa c’è sotto a quel cespuglio?

Lunedì scorso, mentre mi stavo recando da una mia amica per provare un pezzo musicale, avevo notato che un folto gruppo di persone stava urlando, parlando ed indicando con agitazione un cespuglio di un noto parco della mia città. Tale gruppo esprimeva un grande entusiasmo, contemporaneamente combinato con stupore e preoccupazione. Tutto ciò aveva stimolato la mia curiosità, così non esitai un secondo nell’andare a vedere cosa stava accadendo.
Cosa c’era sotto a quel cespuglio? Un piccolo porcellino d’India, che era stato abbandonato da un padrone che non lo voleva più.  
Questo povero animaletto, impaurito dalla solitudine e dalle oche del parco, aveva trovato come rifugio quel cespuglio al margine del prato. Tale arbusto però verso il centro era formato da piante spinose, così il porcellino si era ritrovato intrappolato e ferito, in quella sottospecie di labirinto di spine.
Trattandosi di un’aiuola comunale non si potevano tagliare i rovi, perché c’era il rischio di essere multati. I componenti del gruppo chiamarono così prima la protezione animali, poi la cooperativa addetta alle zone verdi comunali, ma nessuno rispose. Il fiorista di fronte al parco, provò anche lui a partecipare, ma senza ottenere risultati.
Alla fine, riuscendo a vedere meglio la posizione dell’animale e sporgendosi sull’arbusto, l’ormai famoso porcellino del parco fu tirato fuori.
 Era stanco, non voleva più correre, ed aveva qualche taglietto. Aveva un pelo marrone a chiazze nere e di quella pelliccia se ne innamorò una signora che ben volentieri lo prese con sé, per dargli una nuova casa.

Non avevo mai assistito ad una cosa del genere, mi ha colpito molto e mi ha fatto riflettere sulle tristi storie d’abbandono degli animali domestici.
Perché certa gente deve prendersi un animale quando sa che se ne potrà stufare e finire per abbandonarlo? Dico, almeno potrebbero riportarlo al negozio dove l’hanno acquistato o in qualche struttura apposita.
Tra i vari discorsi che circolavano tra le persone coinvolte nella lunga ricerca al porcellino, si ricordava in particolare del caso del pitone che due anni fa qualcuno gettò nelle fognature.
A proposito, personalmente ricordo che nel mio quartiere venne affisso l’avviso del pericolo serpente. Fortunatamente il rettile fu ritrovato in una tubatura dell’acqua di scarico di un condominio e prontamente rimosso. Questo fatto mise in pericolo ed agitazione tutta la mia zona, scatenando giustamente la collera  dei residenti del mio quartiere.
Quando potranno finire questi episodi? Gli animali non sono giocattoli, vanno trattati con cura ed usando la testa!



p.s. Faccio un ringraziamento particolare ad Elisa di "lacrime di carta e inchiostro" per avermi assegnato il premio al blog! Quando conoscerò meglio più blog potrò anch'io assegnarlo :)

p.s.2 : in questo periodo ho una stranissima voglia di ascoltare la immigrant song dei Led Zeppelin. Solitamente non ascolto quasi mai i Led perché sono più per i melodici  Beatles, ma in questo periodo è una fissa! Shallot sarà mica colpa tua ?! :)
Immigrant song- Led Zeppelin

Cari saluti a tutti quanti :D!

domenica 15 aprile 2012

Serie fotografica all'aquario di Genova

Per stare in allegria, questa settimana il post è dedicato alla fotografia ! Un po' di settimane fa sono andata al bellissimo acquario di Genova. Data l'occasione, non ho perso la possibilità di scattare qualche foto. Ecco a voi una piccola serie: la prima foto ritrae due pesci colorati del Mar Rosso, la seconda delle graziosissime stelle marine rosa, la terza un pinguino che ha appena afferrato un pezzetto di cibo, la quarta delle meduse bianche, la quinta un simpaticissimo lamantino che mentre scattavo si è divertito in una giravolta e l'ultima dei pesci pagliaccio del Mar Rosso meglio conosciuti come "pesci Nemo".                                                                              



 



Cosa ne dite?

sabato 7 aprile 2012

A volte una preghiera…

Ieri sera, giorno del venerdì Santo, la mia combriccola di amici aveva organizzato di fare una delle nostre solite uscite. Dopo aver preso una pizza e dopo una piacevolissima camminata lungo la via del popolo, siamo arrivati camminando esattamente davanti al Duomo della mia città. Di colpo la mia mente pensò di chiedere :<<Dove si va adesso? Prendiamo la via sulla destra, sulla sinistra o qualche temerario varca la soglia del Duomo con me ?>>. Creai involontariamente un istantaneo imbarazzante silenzio. Tutti i miei amici, che tutte le domeniche vanno a messa ma ben se ne guardano dall’ammettere ciò in pubblico, si guardarono con facce sbigottite e dubitose poi uno, timido e mio carissimo amico rispose :<<io>>.
 Solo noi due varcammo la porta del Duomo, gli altri preferirono fermarsi a chiacchierare con un altro gruppetto di ragazzette.
Sinceramente non avevo mai visto qui nella mia città la celebrazione per il Venerdì Santo (per almeno sei anni di fila ho assistito a quella famosa che si celebra a l’Aquila, molto caratteristica e curata ,invece nelle rimanenti il più delle volte mi trovavo in qualche capoluogo italiano), perciò ero molto curiosa di vedere questa locale.
Si stava celebrando una funzione pasquale. Io e il mio amico non siamo stati dentro molto, solo il tempo di un angelo custode e di un segno della croce, poi nuovamente fuori per ridere e scherzare.

Domani sarà Pasqua, dunque domani (o questa sera) quei giovani che per tutto l’anno se ne sono strafottuti della propria religione dovranno rinunciare per un’ ora a fare ciò che vorrebbero per dirigersi alla celebrazione cristiana. 
Posso dirvi la verità? Non sopporto il diffuso ateismo che spopola tra i giovani.
Anche l’aspetto religioso diventa soggetto ad una tendenza giovanile. Ovviamente se dici che credi nel tuo dio secondo la società sei “noioso” , un tipo da prendere in giro, un vecchio, uno che non è alla moda, uno che non si distingue dal pensiero comune (infatti tutti fanno così -.-).
Io credo in Dio e non me ne vergogno affatto nel dirlo. Non si può dire in modo superficiale che l’esistenza di Dio sia una falsità, anche perché spesso, partendo da una timida idea ci si ritrova travolti da un pessimismo cieco, senza speranze né grandi gioie.

Al di là di tutte le cose che la chiesa riporta e di cui io non so se possano essere proprio così, al di là del fidarmi o no del clero (alla fine sono umani, non potranno mai più di tanto avvicinarsi all'essere buoni come un dio) ,per me dio esiste e non è più che altro il dio che ci raccontano, ma un dio che ci raccontiamo.
Quando proviamo rabbia, gioia, delusione, tristezza, serenità, speranza, diamo fiducia così senza motivo a qualcuno, amiamo, ci sentiamo amati, insomma qualsiasi tipo di sentimento, per me lì c'è un essere superiore. Scientificamente dovrebbe essere il cervello l’organo emittente, ma la faccenda presenta molti dubbi. Non sono sensazioni, sono sentimenti e tutti provati dalle persone con intensità diverse e variabili.
Alla morte di mio nonno io passai un periodo di distaccamento dalla mia fede. Mi sentivo abbandonata, ferita e non riuscivo a spiegarmi l’esistenza di una vita destinata a morire. Di notte sognavo, mio nonno era sempre lì a sorridermi, ad accarezzarmi e a farmi capire che non era totalmente scomparso. Ripresi così ad avvicinarmi alla chiesa, più che altro volevo attraverso le messe cercare delle piccole risposte. La mia mente si era persa, non avevo più quel riferimento stabile che mi conferiva la figura di mio nonno. Cercavo in ogni cosa la sua saggezza, quello che lui mi avrebbe detto e come mi avrebbe indirizzata. Le prediche delle messe ogni volta lasciavano un messaggio breve ma saggio, che mi rincuoravano, mi facevano sentire meno persa.
Mi riavvicinai così alla chiesa e a Dio.

Pasqua scorsa la passai a Torino. Andai alla messa nella bellissima chiesa di San Lorenzo e sentii delle parole che giuro mi commossero. Il sacerdote spiegò i molteplici significati della resurrezione correlati al mondo che ci circonda. Risorgere adesso vuol dire ritrovare la felicità e le speranze perdute, significa riallacciare i rapporti con un amico lontano e migliorare al massimo quello che si è umanamente per vivere con bontà la vita che ci è stata donata.

Auguro a tutti di riflettere su ogni scelta che prenderete, di essere capaci a “risorgere” se pensate di averne bisogno e naturalmente vi accompagno il tutto con gli auguri di una serena Pasqua.

Il pezzo musicale che ho scelto per questo post è la deliziosa “back to life” di Giovanni Allevi.

Buona Pasqua!   

domenica 1 aprile 2012

I giovani siano felici!

Spesso, anzi in troppi casi, ho notato che la gioventù è portata a vedere la vita con pessimismo ed infelicità nel viverla.
È vero che si dice l’adolescenza sia la tipica età in cui avere questi problemi, però io penso che non debbano prevalere sul benessere psicologico di un giovane e purtroppo certe persone a volte lasciano diventare regola i periodi “no”, modificando di conseguenza il proprio carattere.

Durante la lezione di biochimica di ieri, esulando dallo studio delle macromolecole, con la classe ci siamo soffermati per una decina di minuti su questo argomento.

La nostra professoressa ha fatto delle sue considerazioni, io le ho condivise in pieno quindi ve le riporto volentieri: Abbiamo parlato dei media, stracolmi di cattivi messaggi ed esempi (es. Belen & co.); abbiamo parlato della società adulta , che ci vuole grandi subito e non aspetta la nostra crescita naturale, sradicandoci dal nostro giardino di sicurezza che è l’infanzia; abbiamo discusso su quei grandi che ci fanno prendere delle scelte di cui non ne siamo pienamente consapevoli e che poi finiscono per provocare sensazioni di insicurezza; poi abbiamo parlato delle tendenze a pensare in modo alternativo gli aspetti religiosi, culturali, salutistici, economici e politici che partendo da un “il mio amico dice così ora lo dico anch’io” finiscono con il disorientare la persona interessata.
Mi ha colpito molto questo discorso, finalmente ciò che in sintesi penso è stato detto anche da altri. Alla fine delle riflessioni tutti noi in classe abbiamo pensato a quella nostra compagna che questa settimana ha dovuto abbandonare la scuola per quel suo motivo personale che le cambierà per sempre la vita…

Comunque oltre a questo elenco di cose a nostro sfavore credo che tanta della nostra infelicità sia dovuta da noi stessi, che ingigantiamo i nostri sentimenti il più delle volte inutilmente.
Io stessa con gli anni sono diventata più pessimista, ma non ho mai fatto prevalere ciò sulla mia serenità.
Circa un anno fa mi trovavo a “caccia di felicità”. Mi ero da poco tolta da face book ( Programma che mi ha quasi sempre dato più turbamenti che gioie) e cercavo con tanta speranza qualcosa/qualcuno di nuovo, per poter essere felice e svagarmi dal quotidiano. Ovviamente non arrivò immediatamente, aspettò un pomeriggio di luglio per comparire questo mio particolare interesse. Cosa fu? Il ballo!

Nel villaggio dove mi trovavo c’era un’animazione pessima-.- e non sono affatto una persona che solitamente critica quindi fidatevi. Fortunatamente, mentre io ed un mio amico trascorrevamo le nostre settimane di vacanza, anche un’ intera scuola di ballo aveva deciso di soggiornare in quel luogo. La vacanza dalla vita quotidiana di questi ballerini non coincideva però con quella dalle prove, così ogni pomeriggio sul bordo della piscina si effettuavano delle performance divertentissime.
Io adoravo guardarli e per due volte andai di nascosto a vederli danzare. Il terzo giorno però non resistetti e pian piano mi inserii tra quei giovincelli così briosi. Loro  si accorsero subito di me e io dovetti ammettere loro dei miei spionaggi e della mia voglia di ballare con essi. Mi fecero una festa meravigliosa, mi misero tanto buonumore e iniziarono le danze!
Imparai a ballare la polka (*.*), il valzer, la bachata, il cha cha cha e qualche passo di tango. Età media dei miei insegnanti/colleghi? 79 anni anagrafici e 20 reali.

Adesso penserete ancora con più convinzione che io sia una mattacchiona eclettica, comunque ho proprio trovato quell’esperienza bellissima.
Stare con loro mi infondeva una gioia enorme e grazie a questi ballerini ho scoperto un’altra cosa per la quale ho interesse e propensione ( me lo hanno detto loro, si vede che i miei 7 anni di danza acrobatica sono serviti :)

Auguro a tutti i miei amici giovani di trovare in qualche modo la felicità, di essere sereni e di non avere troppe ansie per ciò che accade.

Come sottofondo musicale di questo post ho scelto il meraviglioso Libertango di Piazzolla
Al prossimo post !